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La Processione del Santissimo Sacramento dalla Collegiata di San Giovanni Maggiore alla chiesa di Sant’Anna a Palazzo

Agli inizi degli anni 2000 fu dall’allora Servizio Archivio Storico del Comune di Napoli,  effettuato il recupero dell’archivio Del Real Monte della Venerazione del Santissimo Sacramento nell’ex Monastero di San Paolo Maggiore” di cui curai la redazione dell’inventario pubblicato poi nella collana dei “Quaderni 2008 dell’Archivio Storico Municipale di Napoli”.

Durante la fase di schedatura mi accorsi che una delle platee non apparteneva al corpus documentale del Monte del SS Sacramento di San Paolo Maggiore, ma apparteneva all’archivio di un’altra Congregazione quella del SS Sacramento esistente nella chiesa dei Santi Giovanni Battista e Lucia dal volgo detta San Giovanni Maggiore.[1] Come era solito farsi il libri Plateali recavano nelle pagine iniziali la memoria della fondazione o gli eventi più significativi dell’ente, quale esso era, prima dell’inizio delle scritture patrimoniali che vi venivano registrate. 

La Platea, datata 1766 primo Gennaro oltre a narrare la storia della fondazione della Pia Congregazione riporta, con dovizia di particolari, la descrizione della processione del Santissimo Sacramento che andava dalla Parrocchiale Collegiata di San Giovanni Maggiore alla chiesa di Sant’Anna a Palazzo.

Come cronaca di un movimento in atto, la narratio si sofferma sui rituali, sui toponimi delle antiche strade e il lettore fisicamente vive in comunione con i fedeli di allora una processione del XVI secolo.

Vi fu altra lite con li Mastri della Parrocchia di S. Arcangelo dell’Armieri presso Fatti della Corte del Regio Signor Cappellano Maggiore, imperciocchè nella Processione Generale del Corpus Domini dell’Arcivescovato, li Signori Governatori della nostra venerabile Cappella accompagnavano con loro deputati, e Figliani della nostra Parrocchia , siccome dice Cesare d’Eugenio nel libro della Napoli Sacra,  col numero di 300 torce andando solo li nostri Signori Governatori nell’ultimo luogo dietro a tutte le torce, e quelli di S. Arcangelo andavano avanti di essi, ma in un anno essendo tardati li nostri Signori Governatori, quelli di S. Arcangelo si posero all’ultimo luogo, e di detti nostri Signori Governatori ritrovando uscita detta Processione, non si misero nel loro luogo, e nell’anno susseguente quelli di S. Arcangelo vollero mantenersi nel possesso dell’anno antecedente, onde ne nacque molte lite, la quale fu terminata dal detto Regio Signor Cappellano Maggiore, come Direttore de’ secolari in quella Processione, cioè che andassero uniti in detto ultimo luogo, et un’anno avessero la man destra li nostri Signori Governatori di San Giovanni, et un’anno quelli di San Arcangelo, come sinora si osserva, onde dal nostro Governo si mandano sei Deputati con sei torce, e sei di quelli di San Arcangelo con detta alternativa. Aggiustata questa differenza si usò poi, che nel giorno del Venerdì nella Processione di San Giovanni, venivano li mastri di San Arcangelo con compagnia d’altri Complateari ad associare detta nostra Processione.

Questa Processione del Corpus Domini nel venerdì si faceva dal nostro Governo con molta magnificenza e tanto numerosa di torce, cleri e religioni, che l’istesso Cesare d’Eugenio nella detta Napoli Sacra, dice che era pari di quella dell’Arcivescovato, sicché molte genti dei paesi convicini venivano a vederla, andava da Toledo sino a S. Anna, e calava a Palazzo, siccome in appresso si descrive.

Questa era la Processione del SS. Palazzo Reale, perché non vi erano allora l’altre parrocchie di San Giuseppe, della Carità, ora di S. Liborio, di San Marco S. Matteo ed altre Grancie che poi si fecero, e nemmeno vi era la Processione di San Giacomo de’ Spagnoli delli quattro Altari, e fatte queste grancie, per molto tempo le medesime non fecero processioni, poi le pricipiarono a fare, e per distinzione dell’altre si fece festa di Corte il giorno di Venerdì per causa di detta processione di San Giovanni, e questa solo faceva il giorno con licenza dell’ordinario, ma il Signor Cardinal Buoncompagno, arcivescovo di Napoli non volle ciò permettere. Li Signori Governatori ebbero ricorso in nome al SS. Pontefice Urbano VIII, dal quale con particolar Breve, li fu nel 1642, concesso tal privilegio, ciò non ostante detto Signor Cardinale non volle darci esecuzione. Finalmente poi venne commesso a Monsignor Nunzio Apostolico il quale diede tal exquatur, et ordinò alli Reverendissimi Edomatari in esecuzione di detto Breve Pontificio uscissero sempre di giorno, siccome dalla copia autentica, che si conserva nel voi. (folio),

La maniera di uscire la Processione suddetta è la seguente:

Esce la suddetta Processione dalla Porta Maggiore di detta Chiesa s’incammina per il vicolo a sinistra di detta porta, e esce per il largo avanti la Porta Piccola di questa chiesa, ivi si gira per alcuni vicoli, e si cala per quello si chiama della Foglia, e tirando il camino per la piazza maestra dicesi de Banchi Nuovi, si passa per avanti la chiesa di San Demetrio, e poi per quella di S. Maria dell’Aggiuto detta de Coltrari di seta, et in essa ritrovasi il Sacerdote vestito di Piovale, e clerici assistenti per la funzione di dare l’incenso al Signore, e tirando poi avanti per la chiesa, e convento di S. Maria La Nova, da quelli Padri si fa ancora la funzione dell’incenso al Signore. Si sale poi per diritto la strada delli Profumieri detta dei Guantai, e passato il quattrinio si camina a man sinistra dritto per la strada, dicesi della Corsea Vecchia, che nei tempi antichi dicevasi del Procaccio di Roma, e tirando avanti per la medesima strada poco lungi dicesi de’ Greci, e si risale per il vicolo a man destra detta del Baglivo Orries.

E si viene ad uscire nella maestosa strada di Toledo, e seguitando il camino per questa strada si passa per avanti la chiesa della Santissima Concezione di Spagnoli, nella quale anco vi si fa la funzione dell’incenso al Signore.

E seguitando il camino si passa per avanti la chiesa de Collegio dei Padri della Compagnia di Gesù dedicato all’Apostolo delle indie San Francesco Saverio, si traversa per sotto la chiesa dello Spirito Santo da noi detta di Santo Spirito dei Padri Domenicani, e per avanti la chiesa di San Luigi servita dai Padri Ministri di San Francesco di Paola, da quali si fa l’istessa funzione dell’incenso al Signore.

E girandosi da sotto questa Chiesa per avanti il Regio Palazzo, dove si fa lo sparo di tutte le milizie, che di continuo assistono di guardia alla Maestà del Principe in detto Regio Palazzo, e dal nostro Sacerdote, che porta il Santissimo si fa funzione della benedizione avanti detto Regio Palazzo.

Calando poi per sotto il Regio Palazzo detto il vecchio a differenza del nuovo, come si è detto per andare verso il Largo del Castello, vedesi avanti la Portaria del sopradetto collegio di San Francesco Xaverio, sopra, cento e più fanciulli di questa nostra nobiltà, ciascheduno con bacile d’argento, pieno di rose, garofali, e ed altri odorosi fiori, che facendo ala avanti il nostro Pallio, da una parte e dall’altra vanno buttando quei fiori, accompagnando il Signore fino al quadrinio della strada.

Camminandosi avanti con la Processione per il già detto Largo del Castello, si passa per la chiesa dedicata dalla Nazione Spagnola al Glorioso Apostolo San Giacomo, tutelare delle Spagne, ove avanti di questa chiesa con sontuoso altare dai suoi Sacerdoti si fa anco la funzione dell’incenso al Signore.

Si cala per il vicolo incontro a questa chiesa detta dei Trabbaccari, et uscitosi nella già detta maestosa strada detto del Castello si camina per incontro la vaghissima fontana detta di Medina, si gira per avanti l’antica chiesa detta di S. Maria Dell’Incoronata servita dai Padri Certosini, o Certusiani detti di San Martino.

Si passa per avanti la chiesa di San Giorgio della nazione Genovese, ed indi si traversa per avanti la Chiesa di San Diego di Alcalà dei padri dell’osservanza di San Francesco detto l’Ospidaletto, e dai Padri di essa avanti di questa chiesa si fa anche la funzione dell’incenso al Signore cantando vari Inni con molta solennità.

E calando per sotto di questa chiesa e suo convento si entra con la processione nella strada detta di Rua Catalana, vedesi la chiesa Parrocchiale dedicata a Santa Maria dell’Incoronatella, dal Parroco della quale si fa anco la funzione dell’incenso al Signore.

Et uscendosi nella maestosa strada anticamente detta dell’Olmo, ora dicesi de Spadari e di Visita poveri, e girando la Processione per avanti la chiesa dedicata a Santa Maria di Monserrato, si traversa per avanti la Porta del Maestoso Castello nuovo, facendosi da quello salva Reale, con lo sparo di tutti li cannoni, et altre artigliarie. Seguitandosi il camino verso il molo ci prendono dai nostri Signori Governatori, l’aste del Pallio dalle mani dei suoi deputati poco prima di giungere alla Porta dell’Arsenale, che noi chiamiamo della Darsena, ove dal Signor Generale della Galere con suoi Signori Officiali, e Cappellani si prendono l’aste del Pallio da mano dei nostri Signori Governatori, alli quali consegnano una torcia per uno accesa con un mazzetto di fiori, ed il Cappellano Maggiore delle suddette galere si prende il Signore da mano del nostro Sacerdote, e col medesimo camino, si entra nella chiesa di Santa Maria del Rimedio, ed ivi fatta la funzione di benedire, si da di nuovo il Signore in mano del Nostro Sacerdote, si seguita il camino della Processione col Signor Generale, e nostro Signor Delegato, se vi interviene, e Governatori colle torce accese sino alla punta del Molo, id ivi si fa dal nostro Sacerdote la benedizione del Venerabile a tutte le Galere, Vascelli, ed altri legni marittimi et sparo di tutte quelle artiglierie.

E ritornando dal Molo si restituiscono nell’istesso luogo di prima l’aste del Pallio ai Signori Governatori, restituendoci parimenti da essi le torce, e li Signori Governatori poco più avanti restituiscono l’aste del Pallio ai suoi Deputati ciascheduno della sua ottina, e seguitando il camino per la strada del volgo detta Piazza Francese, si ritorna di nuovo ad uscire nella già detta strada dell’Olmo.

Dove seguitandosi il camino per avanti la già detta chiesa di Visitapoveri, facendosi dal Sagrestano di questa anco la funzione dell’incenso al Signore, e seguitando il camino si passa per la piazza di Porto, e gionto al quatrinio si traversa per il primo vicolo a man destra della maestosa strada dei Lanzieri, da dove si va ad uscire nel largo della Marina, che dicesi del molo piccolo, et ivi si ritrova formato un sontuoso Altare fatto dalla comunità di quei Marinari, similmente vi si fa la funzione dell’incenso al Signore posandosi sopra di esso Altare, e con lo sparo di molti fuochi artificiali, e girandosi per avanti la chiesa, che li sta appresso quel lido di mare dedicata a Santa Maria di Porto Salvo, si traversa per il vicolo dicesi del Molopiccolo, si camina a dirittura al quadrivio nell’altra strada dicesi della fontana de tre cannoli, ove si traversa per avanti la Chiesa dedicata al Glorioso San Giovanni Battista dal volgo, detto della Marina del vino, si gira a man sinistra per l’altro vicolo, che li sta dappresso dicesi dei Scoppettieri, e cambiando avanti s’entra nell’altra strada detta de Ferrari, che li sta d’incontro.

E di nuovo viene ad uscire nella strada già detta dei Lanzieri da quel vicolo per dove si è entrato, e seguitando il camino per questa si passa per avanti della Real Chiesa di San Pietro Martire dei Padri Predicatori, e benché fosse ora molto tarda, ed oscura, con tutto ciò vengono li Padri con Piviale, ed Assistenti con torce accese sino alla fronte della strada per ove si passa, facendo anch’essi la funzione dell’incenso al Signore.

E seguitando il camino si volta per la strada detta dei coltellari, e voltando al quadrivio di essa, si passa per avanti l’antica Chiesa dedicata all’Apostolo San Pietro detto a Fusariello, e girandosi nel quadrivio di Seggio di Porto, s’entra per il vicolo di mezzo cannone, per il quale s’entra a mano sinistra in un altro vicolo e si viene ad entrare per la Porta Piccola di S. Giovanni, ove viene a terminarsi la Processione.

Giuliana Buonaurio

[1]Nell’anno 1541 con atto rogato il 1° novembre per mano del notaio Gregorio Quinque complateari dell’ottina e Collegiata e Parrocchiale chiesa di San Giovanni Maggiore vollero istituire una confraternita sotto la protezione del SS Sacramento